Secondo film della serie omonima, New York Academy – Free Dance è costituito da un ottimo montaggio di live-experience, basato su salti, movimenti sinuosi e spettacolarità, tutti ingredienti ricercati dal coreografo Zander Raines (Thomas Doherty) per mettere in scena il suo show a Broadway. A trovarsi sulla strada verso il successo percorsa nel film saranno un brillante e taciturno musicista e una ballerina di classe, entrambi alla ricerca di un’occasione per dare un differente impulso alla loro vita, trovata, nonostante l’irruenza del direttore artistico interpretato da Doherty, proprio in Free Dance.
Notevole sarà il tasso di impegno richiesto sia nel compiacimento delle idee di Zander che nell’assunzione di una maggior consapevolezza dei propri mezzi, passando per le tematiche dell’amore, dell’amicizia, della passione, del legame e della complicità. Ad unirsi ai temi sopracitati è anche il raffronto con il valore della competizione, rappresentato dallo scontro tra la protagonista e Kayla Jordan (Jorgen Makena), la star inizialmente prescelta da Ravi (Ace Bhatti) per dare lustro all’open-musical da lui prodotto. Diretto da Michael Damian, il lungometraggio risulta interamente strutturato sul work in progress verso l’allestimento dello show e troverà, infatti, il suo epilogo proprio nella messa in scena finale, da cui traspare un elemento anticipato nel corso della pellicola, il legame nascente tra Charlie e Barlow, quei due ragazzi che, con la loro ambizione, hanno dato, nel momento del loro incontro, l’avvio ad un intreccio quasi favolistico di conquista e umanità, trattazione che evolverà verso la fotografia di un emblematico volo del cigno a mo’ di pianoforte. Elemento cardine del prodotto è la colonna sonora, costituita da travolgenti pezzi pop che ben inquadrano un palcoscenico messo a disposizione di artisti di ogni quando e ogni dove, sinossi, questa, dell’intento del fautore dello show, di cui avvertiamo anche un certo timore e una notevole pressione per la riuscita, il tutto in un exploit cinematografico che, uscito a Settembre del 2018, rappresenta – in sostanza – una parte dello show business e il conseguente stress degli artisti.