TERENCE HILL – per lui e Bud Spencer un David di Donatello alla carriera nel 2010

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TERENCE HILL – per lui e Bud Spencer un David di Donatello alla carriera nel 2010

È recentemente tornato in Abruzzo, precisamente a Campo Imperatore dove, 50 anni fa, dove sono state girate alcune scene di Continuavano a chiamarlo Trinità, sequel dell’indimenticabile western – o meglio dello spaghetti western – Lo Chiamavano Trinità, interpretato insieme a suo fratello di schiaffoni e divertimento con cui ha ricevuto il riconoscimento assegnatogli dall’Accademia del Cinema Italiano poco più di un decennio fa. All’anagrafe Mario Girotti e Carlo Pedersoli, i due artisti portavoce dello spaghetti di registi come E.B Clucher hanno interpretato ben 16 film insieme e ricevuto diversi premi condivisi come il riconoscimento speciale per il cinema italiano in TV del Telegatto 1992.

Diversi sono stati anche i traguardi raggiunti dal solo Terence Hill che – lo ricordiamo – è anche il protagonista di Don Matteo, una delle fiction più belle e longeve degli ultimi anni, con cui l’attore si è aggiudicato premi come i due del 2012 e 2014 per Miglior Fiction e nel 2002 quello come Miglior attore dell’anno al Festival della televisione di Monte Carlo. Insieme al compianto amico d’arte ha interpretato, tra l’altro, la pellicola I due superpiedi quasi piatti, una frizzante storia di due furfanti che, per via di un malinteso tutto da ridere, si ritroveranno ad indossare le uniformi della polizia di Miami in una tonalità buffonesca e burlesca che pervade il film di Clucher. Secondo maggior successo al botteghino della stagione cinematografica 1976-1977 dopo King Kong, il lungometraggio si compone di una serie di episodi ad elevato ritmo interpretativo da parte della brillante coppia che, per via di circostanze esilaranti, si farà strada nella lotta al crimine a suon di “risse” fracassone e coinvolgenti. A supporto dell’ensemble per certi versi teatrale di Spencer e Hill diversi personaggi che contribuiscono a dare maggior colore alla scena dominata dai due protagonisti, il cui viaggio è rappresentato con una fotografia accattivante tra il porto, gli esterni della città e gli interni sia degli edifici che dei mezzi. Molto naturali e verosimilmente rappresentativi, i due eccellenti precursori di una parte del cinema italiano hanno accompagnato – e ancora oggi lo fanno quando vi è una riproposizione televisiva dei loro film – l’animo spassoso degli italiani ma non solo, come dimostrato già dall’assunzione di nomi d’arte americani e anglofoni, tenendo presente, però, la loro appartenenza e origine, come del resto decreta o meglio rammenta anche il riconoscimento del cinema italiano in oggetto.

By | 2021-08-15T02:07:07+02:00 Agosto 14th, 2021|Cinema, Recensioni, Speciali|0 Comments

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