THOR III – una disputa “familiare”

///THOR III – una disputa “familiare”

THOR III – una disputa “familiare”

Arrivato nelle sale cinematografiche italiane il 25 Ottobre 2017, il secondo sequel delle gesta del “potente” (cit.) supereroe interpretato da Chris Hemsworth assume una connotazione maggiormente pop, riportando il protagonista in patria e costringendolo a misurarsi con le ambizioni di controllo del fratello Loki (Tom Hiddleston), il quale avrebbe spodestato Odino (Anthony Hopkins) dal trono di Asgard.

Affidata a Taiki Waititi, la regia di Thor:Ragnarock non nasconde il lato meramente suggestivo delle imprese dell’eroe dalla bionda chioma, contestualizzato all’interno di un meccanismo affine alla sperimentazione di un regista visionario attorno al tessuto filmico del prodotto Marvel. Diciassettesimo film del Marvel Cinematic Universe, il film si apre – lì dove ci aveva lasciato il capitolo precedente – sulla prigionia del carattere interpretato da Hemsworth ad opera del demone Surtur. Fuggito dalle grinfie dell’essere demoniaco, il massiccio eroe farà leva sulle sue capacità di fuga attraverso il martello Mjonlr, successivamente distrutto da Hela (Cate Blanchett), primogenita di Odino liberata dopo millenni di detenzione e tornata per impossessarsi del regno del padre. Un ruolo, quello della dea della Morte, per il quale l’attrice australiana si è preparata ardentemente studiando, tra le altre cose, anche la capoeira. Nel cast anche Tessa Thompson, interprete della Valchiria, guerriera asgardiana ispirata alla figura mitologica di Brunilde, personaggio biondo e caucasico nell’originale fumettistico, a segnalare l’inversione registica adoperata da Waititi, mossosi con estrema libertà nella scelta della Thompson per evidenti qualità interpretative.

By | 2020-05-18T22:35:31+02:00 Maggio 18th, 2020|Cinema, Recensioni|0 Comments

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