Distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 19 Maggio 2010 e disponibile su Chili Cinema, Prince of Persia – le sabbie del tempo si sviluppa – secondo la nuova ideologia Disney – dalla fusione di un tema fantastico e un tratteggio adrenalinico e muscolarmente spinto. Diretta da Mike Newell, l’opera intende mescolare l’avventura eroica e fantasy della guida dell’antica Persia con gli elementi romanzati ed esotici prelevati dal videogioco da cui è tratto il film ma non solo.
Desideroso di spodestare il fratello Sharaman (Donald Pickup) dal trono della Persia, Nazim (Ben Kingsley) avrebbe aizzato i nipoti e tutti i loro uomini contro il regno guidato da Tamina (Gemma Arterton) al fine di creare scompiglio nella pace siglata tra la Persia e la città santa di Alamut. Zio dei tre principi Tus (Richard Coyle), Garsiv (Toby Kebbell) e Dastan (Jake Gyllenhaal), il carattere interpretato da Kingsley manifesta una caratterizzante avidità mossa dall’ambizione al potere e al controllo delle truppe persiane. Mix tra ambientazione fantastica e action, il lungometraggio targato Disney pone le basi sulla costruzione di una narrazione tendenzialmente “storica” trasponendola in chiave moderna attraverso un surplus di scenografie ed effetti tipici del cinema contemporaneo attorno a veri e propri cicloni di sabbia scaturiti dal confine passato/presente tracciato attraverso l’uso di un pugnale di vetro. Prediligendo inquadrature strette, il film mescola sequenze sceniche avventurose ed epiche con elementi finalizzati al mantenimento di un rapporto magnetico e accattivante tra narrazione e spettatore, mantenendo l’acutezza della ricerca di un coinvolgimento ultra-sensoriale. Sullo sfondo del prodotto Disney la naturalezza della costruzione di un rapporto sentimentale tra il protagonista interpretato da Gyllenhaal e la principessa di Astan, il primo intrappolato dalla celestiale visione dei capelli e degli occhi di Tamina e la seconda invaghita dell’attitudine al comando del principe invasore, il tutto a ridosso del dinamismo strutturale sulla passione reciproca, quasi come fossero l’alter ego non cartoonizzato di Aladdin e Jasmine.