Universalmente riconosciuto, il binomio tra Miles Davis[2] e il Jazz costituisce una vera e propria fattezza culturale del mondo dell’arte e della musica, quella che il geniale trombettista di St. Louis ha saputo cucirsi addosso e rinnovare portandola al suo compimento. Un discorso prettamente storico, quello di cui necessita il tema trattato, da esaminare con rigore e rispetto per una tradizione che va dal bepop all’hip hop[3] e posto le basi anche per il jazz contemporaneo, a partire dall’ideazione di numerosi stili come il cool jazz, l’hard bop, il modal jazz e il jazz rock[4].
Militando dal 1955 al 1958 in un gruppo formato con John Coltrane, Red Garland, Paul Chambers e Philly Joe Jones, il brillante musicista ha attraversato una notevole vastità di generi, passando dall’hard bop all’Acid jazz[5] dell’album postumo Doo-bop e pubblicando capolavori come Kind of blue, l’album che ha rivoluzionato il jazz rimaneggiandone le chiavi di lettura. Realizzato nel marzo del 1959 con un sestetto tra i cui componenti figurava anche il batterista recentemente scomparso Jimmy Cobb[6], l’album comprende una grande vena di improvvisazione, rivelandosi un concept album e un manifesto con cui Davis dà l’avvio all’era del modal jazz, imprimendo il suo marchio stilistico attraverso riferimenti teorico-ispirativi. Collezionando concerti anche in Italia tra Roma e Castelfranco Veneto, l’artista statunitense continuò il suo lavoro anche dopo essersi staccato dalle precedenti formazioni sopracitate, collaborando con artisti come Gil Evans, Bob Berg e il nostro Zucchero, passando dalla Columbia Records alla Warner Bros per i suoi ultimi lavori e lasciando una discografia imponente comprensiva di 60 album in studio e 40 dal vivo, 5 video-album e 4 colonne sonore, per finire con le diverse antologie musicali e ben 16 raccolte, un largo bacino d’opera, quindi, con cui ha inciso per sempre il suo nome nel palmare internazionale della musica e si è guadagnato un posto anche come ispiratore e modello anche per aver sempre posto l’accento sulla sua concezione della musica come una questione di stile[7].
[2] n. 26/05/1926, Alton – m. 28/09/1991, Santa Monica
[3] cfr libro di Luca Cerchiari – Miles Davis. Dal bepop all’hip-hop (IBS)
[4] Altrimenti detto jazz elettrico
[5] Tipo di jazz che si mescola al suono funk e rap
[6] n. 20/01/1929, Washington – m. 24/05/2020, New York
[7] “Per me la musica e la vita sono una questione di stile” (cit. Miles Davis) – cfr. AFORISMI & CITAZIONI