JESUS CHRIST SUPERSTAR – David di Donatello per miglior film straniero

///JESUS CHRIST SUPERSTAR – David di Donatello per miglior film straniero

JESUS CHRIST SUPERSTAR – David di Donatello per miglior film straniero

Tratto dall’opera rock omonima di Andrew Lloyd Webber (musica) e Tim Rice (testi), il film  ha ottenuto anche una nomination all’Oscar come miglior colonna sonora adattata per il cinema e ai Golden Globes per tre categorie, aggiudicandosi l’ambita statuetta del premio cinematografico italiano (cfr titolo). Sottoposto al vaglio dell’Osservatore Romano prima di essere distribuito nel Nostro Paese[1], il film si presenta come un prodotto rivoluzionario sulla vita di Cristo e, nella visionaria regia di Norman Jewison, struttura la narrazione attorno alle tre figure principali del Nazareno, di Maria Maddalena e di Giuda.

Interpretati rispettivamente da Ted Neeley, Yvonne Elliman e Carl Anderson, i tre caratteri segnano una linea di continuità rispetto all’originale pièce teatrale, soprattutto nel caso della figura dell’uomo che ha tradito il Maestro grazie alla ripresa del ruolo dallo stesso attore del musical di tre anni prima. Narrando l’ultima settimana di vita del Messia e quindi concentrandosi sui giorni che anticipano la Pasqua, il lungometraggio – procedendo per vari atti corrispondenti alle tracce della soundtrack successivamente pubblicata, prima, nel 1971[2] e, dopo, nel 1973, anno dell’uscita del film, su Vinile e nel 1993 su CD[3] per poi essere ristampata nel 1998 sullo stesso supporto[4] – presenta la sua figura in chiave rock a partire dal suo ingresso a Gerusalemme e fino alla Crocifissione. Inevitabile – per via del diverso mezzo di trasmissione – il distacco dall’originale, richiamando l’ambientazione che, a livello cinematografico, è comunque maggiormente in linea con l’oggetto della storia. Con riprese effettuate in Israele e lavorando con lo sceneggiatore di formazione epica Melvyn Bragg, Jewison ha iniziato a girare il film non prendendo in considerazione il punto di vista di Rice e Webber[5] proprio per segnare uno spaccato tra i due prodotti e ascrivendo al lungometraggio una componente musicale evocativa e coinvolgente, il tutto lungo i tratteggi espositivi della musica rock. La colonna sonora, schierando anche la musica originale di Webber, è stata affidata ad Andrè Previn, ad amplificare la definizione di opera che, non perseguendo necessariamente la verità della storia e né quella della religione, si accosta ad una esaltante fisionomia di spettacolo-fantasia-religione, stimolante per la ricchezza di contenuti artistici in un mix di teatro e danza ma che, al tempo stesso, richiede uno sguardo cosciente [6].


[1] cfr WIKIPEDIA

[2] cfr DISCOGS

[3] cfr DISCOGS

[4] cfr WIKIPEDIA

[5] cfr MYMOVIES  

[6] cfr LA REPUBBLICA

By | 2021-04-05T22:22:44+02:00 Aprile 3rd, 2021|Cinema, Recensioni|0 Comments

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