IL SORPASSO – Nastro d’Argento e David di Donatello per miglior attore a Vittorio Gassman

///IL SORPASSO – Nastro d’Argento e David di Donatello per miglior attore a Vittorio Gassman

IL SORPASSO – Nastro d’Argento e David di Donatello per miglior attore a Vittorio Gassman

Disponibile nel catalogo di Now TV in versione restaurata e ambientato – tra Roma e Viareggio – nell’Italia degli anni 60, la pellicola è generalmente considerata come il capolavoro di Dino Risi, occupatosi anche della sceneggiatura e del soggetto insieme ad Ettore Scola e Ruggero Maccari, a fotografare proprio gli anni del benessere economico e fornendo un affresco del miracolo economico di quegli anni[1]. Messa in risalto da un montaggio coinvolgente e da una scelta registica significativa, la storia narrata tratta dell’incontro fortuito tra Bruno (Vittorio Gassman) e Roberto (Jean-Louis Trintignant), protagonisti di un viaggio e di un Ferragosto condiviso.

Intento a concentrarsi sugli studi, il futuro avvocato interpretato dall’attore francese de Il grande silenzio vedrà la sua vita stravolta dalla sfrontatezza e dall’esuberanza di Bruno che, piombato in casa sua per una telefonata, manifesta la cordialità tipica dell’uomo romano e meridionale, trascinandolo nel ritmo rocambolesco di una vita fatta di donne, motori e atteggiamento libertino ma non nell’educazione di Lily (Catherine Spaak), la quale sarà ritrovata in preda all’entusiasmo del rapporto con Bibi (Claudio Gora) e dalla sicurezza che quest’ultimo le darebbe. Spassoso e riflessivo al tempo stesso, il film vive di una trama infusa di attenzione interpretativa e dialettica anche lungo la parlata romanesca, il tutto in una messa in scena pseudo-teatrale tra intensi cambi di scena e variazione di piani sequenza corredati da musiche evocative del periodo estivo, appartenenti alla discografia di artisti come Peppino Di Capri ed Edoardo Vianello. A dar man forte alla pellicola le performance del cast di attori, primo tra tutti Gassman che, caricandosi sulle spalle larga parte della forza comunicativa della scena, restituisce l’immagine evasiva dell’uomo comune e “burlone” che, con alle spalle il matrimonio finito con Gianna (Luciana Angiolillo), resta fermo nella volontà di non impegnarsi. Tutto sembrerebbe ruotare intorno al carattere da lui interpretato, dando risalto all’affresco di una vita sbarazzina anche nel rapporto con la ex e la figlia Fotografia di una fase storica e di un atteggiamento intraprendente, il lungometraggio è uscito il 5 Dicembre del 1962 rappresenta un punto cardine della cinematografia del Nostro Paese, ponendo a confronto una storia supportata da scenari naturali suggestivi e da una qualità interpretativa che diverte ma fa anche riflettere con il dramma finale, rimandando al cinema vecchio stile già nell’occhio del team direttivo composto da talenti come Risi e Scola che, contando sulla trasposizione attoriale di Gassman e della Spaak nei panni della figlia di Bruno, regalano alla cinematografia mondiale un road movie focalizzato, fondamentalmente, sull’incontro di due generazioni, portandoci nella situazione familiare e nel passato dei due amici occasionali. Statuario ed estroverso, Gassman fornisce un’interpretazione di successo (cfr. Titolo) per un personaggio immaturo e spericolato, dotato di un trasformismo tale da portare sullo schermo delle gags brillanti, mentre il carattere affrescato da Trintignant, timido ed impacciato, ripudia inizialmente gli eventi della giornata ma finisce, almeno idealmente e fino allo squarcio della brutalità del destino, per trarne la spensieratezza e la gioia necessarie a vivere meglio, il tutto in una perla tragicomica neorealista del cinema italiano da cui sorgono riflessioni sulla vita e sull’approccio allo svago.


[1] cfr WIKIPEDIA

By | 2020-08-16T10:39:36+02:00 Agosto 15th, 2020|Cinema, Recensioni|0 Comments

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