7 ORE PER FARTI INNAMORARE – l’esordio alla regia di Giampaolo Morelli

///7 ORE PER FARTI INNAMORARE – l’esordio alla regia di Giampaolo Morelli

7 ORE PER FARTI INNAMORARE – l’esordio alla regia di Giampaolo Morelli

Coinvolgente ed esuberante, il debut-movie dell’artista campano – qui anche regista, co-sceneggiatore e co-autore del soggetto – previsto in uscita il 26 Marzo, sposa l’indirizzo #iorestoacasa e sbarca oggi sui popolari aggregatori di contenuti cinematografici in streaming. Autore del romanzo a cui si ispira il film, l’indimenticabile Coliandro è anche la star della pellicola, una commedia romantica frizzante in cui la marcia in più risiede nella sintonia con la controparte femminile del film, una superba Serena Rossi nei panni di una love-coach che ha fatto della conoscenza degli universi maschile e femminile il suo impiego e del fascino la sua arma migliore.

Donna forte e di carattere, Valeria desidera, in realtà, evitare agli uomini e – come si accenna nel finale – anche alle donne quel forte imbarazzo provocato da un rifiuto, diagnosticando ogni relazione e la seduzione come scienze esatte, considerazione, questa, a cui la donna sarebbe giunta attraverso esperienze familiari. Racconto romanzato dell’ovvietà di alcune situazioni, reso brillante non solo dall’interpretazione della spumeggiante coppia di protagonisti, ma anche dalla loro reciprocità territoriale e descrittiva, condita, come se non bastasse, dall’intervento degli altri attori clou della vicenda, partendo da Massimiliano Gallo e Vincenzo Salemme, fino ad arrivare a Diana Del Bufalo e Fabio Balsamo, tra gli altri, con la partecipazione, inoltre, di Diletta Leotta. Alla sua prima regia, Morelli intende avvalorare la spontaneità e, portando in scena un giornalista “sfigato” (cit.) con la voglia di imparare e amare, far sorridere anche sulle azioni più comuni, restituendo una pellicola spensierata e fugace che, in un momento delicato come quello in atto, riesce ad abbracciare figurativamente chi osserva. Trasmettendo, anche attraverso la fotografia incentrata sulla ruralità e la bellezza di Napoli, un certo senso di speranza nella possibilità di gioire, “senza andare troppo lontano”, anche delle cose più semplici e naturali, il prodotto cinematografico risplende per l’affresco dei rapporti sinceri, del culto dei territori e delle tradizioni di un Italia che, legata ai suoi dialetti, ai suoi luoghi e al suo folk, non si arrende. Alla base del lungometraggio l’intesa perfetta tra la Rossi e Morelli, artefici di una sorta di balletto amoroso secondo cui non tutto si può prevedere geneticamente ma si deve vivere con coraggio e passione, il tutto allestito intorno alla costante napoletanità, richiamata non solo dalle location o da alcune maschere messe in scena da altri interpreti come Raiz e Salvatore Misticone, ma anche dalle musiche e da un preciso contorno scenografico.

By | 2020-04-24T13:52:32+02:00 Aprile 20th, 2020|Cinema, Recensioni|0 Comments

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