Le origini di un artista ………. Vasco Rossi …………. La radio, espressione di se stessi L’articolo che segue è dedicato a un grande artista della musica italiana …. Vasco Rossi, verranno evidenziate le tappe che hanno dato origine a una “memorabile carriera”, carriera fondata sulla sua “vita spericolata”. Il debutto sul palcoscenico di Vasco Rossi risale al 26 dicembre del 1965 e dopo circa un decennio Vasco assumerà il carattere di “artista che riempie gli stadi e le piazze”. Nella data menzionata vince il concorso “Usignolo d’oro”, classificandosi al primo posto con la canzone “Come nelle fiabe”. Non siamo di fronte a un ragazzino-prodigio (aveva solo tredici anni) ma il successo fu più un risultato delle insistenze della mamma che della sua vocazione per il canto. Infatti, le origini del Vasco “futuro re degli stadi” risalgono a qualche decennio dopo. Nel frattempo aveva strimpellato qualche canzonetta ai tempi delle scuole medie, fino ad arrivare all’esibizione durante una festa a Casalecchio di Reno. Durante gli anni del collegio conosce Sergio Silvestri, che suona un po’ la chitarra. Iscrittosi all’università di psicologia, si trasforma in un nuovo Vasco: è più disinvolto, meno timido, con interessi di teatro e politica e comincia a scrivere qualche canzone. La completa trasformazione nel “dominatore assoluto dei palchi italiani” ha inizio nel settembre del 1975, con la diffusione delle sue trasmissioni da parte dell’emittente Punto Radio, di cui diventerà uno dei conduttori più seguiti. Negli uffici della radio si possono trovare diversi personaggi che avranno un ruolo decisivo nella carriera del “Blasco”. Tra questi Floriano Fini (che finirà nello staff dei collaboratori più stretti), Sergio Silvestri e Giancarlo Mandrioli (che divideranno con Vasco i primi palchi), Gaetano Curreri (arrangiatore dei primi pezzi) e i chitarristi Massimo Riva e Maurizio Solieri. La radio si configura come un’avventura straordinaria, l’occasione per inventarsi un mestiere e un modo per esprimersi senza doversi attenere a regole particolari. La fine dell’avventura in radio: La radio è un mezzo per stare al centro di quello che accade nel mondo della musica giovanile, ma ben presto, intorno al 1978 il momento magico finisce quando il Pci di Bologna rileva la maggioranza delle quote della radio che va ad assumere una connotazione politica più definita, spingendo i ragazzi del team ad andare via. Vasco, nel frattempo, conduce trasmissioni riguardanti la disco-music e i cantautori. É questa la tappa successiva della sua carriera, infatti da allora inizia a formarsi, nell’ambito della radio il gruppo dei “Puntautori”, personaggi in grado di scrivere e interpretare dei brani. Tra questi troviamo Sergio Silvestri, Riccardo Bellei e Vasco. Quest’ultimo è il meno incline all’idea di esibirsi in pubblico. Egli, infatti, pur avendo già scritto vari brani considera le canzoni una passione personale. Intanto aveva già raggiunto notevole successo e notorietà come disc- jockey e il ruolo da cantante non sembra attirarlo e le esibizioni pubbliche lo imbarazzano. Infatti, nel corso delle serate organizzate da Puntoradio in Emilia Romagna, in cui i Puntautori presentano le loro canzoni, Vasco appare recalcitrante e trova scuse per non cantare, oppure il più delle volte molla il microfono a metà canzone e torna a mettere i dischi in consolle. Nonostante queste continue opposizioni all’esibizione, molte persone che ruotano intorno a lui sono convinte del talento di Vasco e del suo carisma. Tra questi Gaetano Curreri, musicista destinato a diventare leader degli Stadio. Egli sente che nelle canzoni di Vasco c’è qualcosa su cui vale la pena lavorare e spinge Vasco a incidere qualcosa. Dal primo singolo: Curreri ha un ruolo cardine nella realizzazione del primo singolo di Vasco, “Jenny”. Il disco esce nel 1977 per la piccola etichetta Borgatti, fino ad allora dedita al liscio, e non succede granchè. Puntoradio risulta essere un buon mezzo per far conoscere il disco, ma comunque ha un raggio d’azione limitato. Nel frattempo, nelle serate da disc jockey Vasco inizia a farsi conoscere anche come cantante, accompagnato da una band già attiva da diversi anni e che aveva reclutato Curreri come tastierista. La band era composta inizialmente da: Enzo Troiani, alla chitarra; Giovanni Oleandri, al basso; Gilberto Rossi, alla batteria; Iskra, alla voce; in seguito, Vasco prende parte ad alcune manifestazioni canore, quali “Radio estate giovane” e “Canta Veneto”; organizza uno show al Kiwi di Piumazzo, ma l’idea della carriera musicale continua a essere fuori portata per lui. Intanto, viene sollecitato e incoraggiato a proseguire su questa strada dagli amici della radio, in particolare da Curreri. Qualche tempo dopo, grazie anche all’interessamento di Alan Taylor,chitarrista inglese, arriva il primo contratto discografico con la Lotus per pubblicare il primo album. Così nel 1978 esce il suo primo disco dal titolo “Ma cosa vuoi che sia una canzone”. Il disco, arrangiato da Curreri presenta un Vasco ancora legato ai modelli classici del cantautore. La casa discografica Lotus ha un piazzamento sul mercato migliore rispetto a quello della Borgatti, ma non abbastanza da poter promuovere un’ artista a livelli nazionali. La Rai non intende passare le canzoni di un artista “dialettale” come Vasco Rossi e quindi la fama e il successo erano ancora lontani. Vasco, però, iniziava pian piano a prenderci gusto e appena Punto Radio passa di proprietà inizia a lavorare sul secondo album “non siamo mica gli americani”. Riunendosi con gli amici della radio, ormai ex dell’emittente, avendo tutti tempo libero a disposizione, continuava e dirigeva i lavori sull’album anche se in modo confusionario. Anche questa volta Curreri aveva un ruolo decisivo nella realizzazione scelta degli arrangiamenti ma l’ultima parola spettava a Vasco. Così,nel 1979, esce il disco che mostra un cambio di direzione rispetto al disco di esordio: musicalmente, lo stile è meglio definito, è il rock a dare suoni e ritmo alle parole. In questo album compare la prima canzone bandiera di Vasco, “Albachiara”, anche se si trasformerà in un inno per i fan qualche anno dopo. A livello promozionale si comincia a muovere qualcosa, anche grazie a un paio di trasmissioni televisive importanti, a 10 Hertz, trasmissione musicale di Rai Uno condotta da Gianni Morandi, a La Strega e a L’altra domenica di Renzo Arbore, con “faccio il militare”. La canzone su cui si punta maggiormente resta però “Albachiara”, che viene anche pubblicata come singolo e presentata a Discoring in una trasmissione dedicata alle nuove uscite e alle classifiche di vendita discografiche, in onda la domenica su Rai Uno. L’impresario Bibi Balladi, dopo aver notato le capacità di Vasco, comincia a occuparsene e lo inserisce nella manifestazione canora Primo Concerto, che riunisce diversi artisti emergenti per una ventina di date in varie discoteche. Appartenente alla carovana di artisti è anche Alberto Fortis, con il quale nasce una certa rivalità da parte di Vasco, che ammetterà, in seguito di essere rimasto impressionato dal modo in cui Fortis riusciva a tenere il palco. Intanto, Vasco continuava a mantenersi facendo il disc jockey, garantendo ai vari locali un buon incasso, dovuto ai fedelissimi che seguivano l’ artista. Dopo la morte del padre Giovanni, nel 1979, decide di risalire sul palcoscenico per vedere se è in grado di esibirsi senza scoppiare in lacrime. Si forma il nucleo della nuova band in una piccola sala prove bolognese dove Maurizio Solieri seleziona gli artisti destinati ad accompagnare gli artisti della scuderia di Ballandi in tournèe. Vasco è attratto dall’idea di avere una sua band. Il nucleo della formazione è composto da Solieri, Curreri, Elmi, che suona le percussioni, Arcangelo Cavazzuti, che suona la batteria, Claudio Zavoli e Bruno Corticelli, bassisti. Il problema maggiore sorge quando Curreri mette gli occhi su Lucio Dalla, rivelandosi necessario un altro tastierista che lo sostituisca nel caso di sovrapposizione di impegni. Il secondo tastierista è Massimo Testa. La possibilità di debuttare arriva in Piazza Maggiore a Bologna, quando Ballandi propone un concerto. Da allora furono tanti i concerti decisivi per la maturazione della band, il più delle volte queste esibizioni risultavano dei fiaschi ma, nonostante tutto, Vasco e i suoi, seppur molto demotivati erano decisi a prendere da questi insuccessi la motivazione ad andare avanti e cercare di fare sempre meglio. Altro passaggio importante per acquisire una maggior dimestichezza sul palco fu la serata al Picchio rosso di Formigine, in provincia di Modena. Il nome principale nelle menti del pubblico era quello di Alberto Fortis, che invia un certificato medico e non si presenta alla manifestazione. Da questa notizia la presa di posizione di Vasco: “suonerò solo brani rock molto violenti, senza pause tra un brano e l’altro, non gli darò il tempo di farmi insultare”. L’unica testimonianza sonora dei concerti di questo periodo è costituita da un bootleg registrato al Due Stelle di Reggiolo, in cui gli arrangiamenti risultano più grintosi rispetto ai dischi in studio ma non si sfocia mai in un’aggressività eccessiva. Compare anche una seconda voce nel nucleo, quella di Auro Lugli. Viene definita, sommariamente, una buona performance quest’ultima e da essa non risulta difficile scorgere in embrione il Vasco, che avrebbe conquistato l’Italia in pochi anni. Ciò che manca è solo l’ ultima sterzata verso il rock, che arriva con il terzo disco, “Colpa d’Alfredo”, album pubblicato con una nuova etichetta, La Targa, fondata da Mario Rapallo senza grandi mezzi economici ma con una grande fiducia nelle qualità di Vasco. Gli arrangiamenti di questo nuovo album risultano più marcatamente rock in alcuni pezzi, “Colpa d’ Alfredo” che da il titolo all’album e “Asilo Republic”, è possibile denotare il lato aggressivo di Vasco, provocatore portato più al ghigno beffardo che all’urlo di rabbia. Il pezzo che da il titolo all’album ha un linguaggio marcatamente crudo e quindi per promuovere l’album in radio e in televisione viene scelto il brano più innocuo, “Non l’hai mica capito”. É necessario un nuovo cambiamento di formazione nella band: infatti, visto l’ impianto rock a cui tendeva Vasco, si richiedevano musicisti con un impatto più energico. Della formazione precedente, quindi, restano in gioco soltanto Riva e Solieri. Lo stesso Elmi abbandona il ruolo di musicista per prendere le partii di manager tuttofare: gli viene delegata gran parte del lavoro di organizzazione, ma è anche una sorta di direttore musicale e in seguito sarà produttore in studio. Nel backstage c’è anche Lolli, con il ruolo di tour-manager (si occupa un po’ di tutto quello che capita). Dopo una serie di audizioni al club di Vignola vengono reclutati un batterista, Roberto Casini, e un bassista, Andrea Righi, entrambi appartenti precedentemente al gruppo di Ron. Mimmo Caporale, figlio di un batterista emiliano, prende il ruolo di tastierista. Il debutto ufficiale della band risale a un festival a Lainate, e segue Vasco in varie date, con concerti in diverse discoteche principalmente dell’Emilia, dove l’ artista ha ancora una certa notorietà. Infatti, al di fuori della zona di origine, risulta difficile richiamare il pubblico. Dopo varie delusioni, legate a uno scarso afflusso di gente alle esibizioni, Vasco raggiunge la prima botta di notorietà nel 1980, anche se negativa. Infatti Vasco e la sua band avevano esagerato nelle pose da rocker sconvolti ed erano stati soggetti a numerose critiche, tra cui quella del giornalista Nantas Salvalaggio che tuona contro Vasco sul settimanale Oggi. Dopo il successivo abbandono della band da parte dell’impresario Bibi Ballandi Vasco e i suoi decidono di arrangiarsi da soli, senza alcun ripensamento, anche se l’ episodio aveva certamente lasciato un segno sulla band, che aveva già preso il nome di Steve Rogers Band. Ciò che unisce i componenti del gruppo è la voglia di divertirsi “qui e ora”, fregandosene di comportarsi decorosamente. Nel repertorio, oltre agli album di Vasco, compare anche una cover di Supermarket di Lucio Battisti, in veste di omaggio a un grande maestro della musica italiana. Il 19 dicembre, in occasione di una serata benefica in favore della città di Irpinia, colpita da un terremoto disastroso, Vasco viene chiamato a contribuire. Alla manifestazione erano presenti artisti molto più noti di lui, come Lucio Dalla, Franceso De Gregori, Fabrizio De Andrè e altri. Vasco fu molto orgoglioso di condividere il cartellone con artisti di questo calibro e da lì cominciò un po’ ad avere un riscontro ai suoi sforzi e alle sue qualità. Ottenne una copertina su Boy Music, rivista di musica e fumetti indirizzata ai più giovani. Nel 1981 si può cominciare a parlare di un vero e proprio tour di Vasco Rossi, seppur l’ organizzazione sia ancora ruspante e se ne ricavino mezzi fiaschi. Nuovi brani in repertorio furono portati dall’uscita dell’album “Siamo solo noi”. La canzone che dava il titolo all’album diviene la nuova canzone bandiera di Vasco. Varie furono le esibizioni, per lo più a feste dell’Unità e soprattutto nel settore dell’Italia settentrionale e il passaparola tra la gente inizia a funzionare. La svolta arriva a Taneto, in provincia di Reggio Emilia, con un successo imprevisto: “un fiume di duemila ragazzi, forse anche di più”. Meno felice fu poi l’esibizione a Maggianico e da allora Vasco e i suoi, poiché ricevettero un trattamento non adeguato, quando consumavano il pasto omaggio alle feste, bevevano qualche bicchiere di troppo e ciò influiva naturalmente sulla performance. Si consolida così, a causa di queste sbronze estemporanee l’ immagine di un Vasco “sballato”, ma vi era anche un’esagerazione da parte dell’artista a calarsi nel ruolo. Infatti Eleonora Prandella, fotografa, ricorda: “Vasco era gentile con tutti, faceva un po’ quello ubriaco sul palco……….ma poi dietro il palco stava meglio di tutti!” .