NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE – il sorprendente esordio alla regia di Massimiliano Bruno

///NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE – il sorprendente esordio alla regia di Massimiliano Bruno

NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE – il sorprendente esordio alla regia di Massimiliano Bruno

 

Uscito in sala il 16 Marzo 2011, il lungometraggio italiano in oggetto segna l’esordio alla regia di Massimiliano Bruno in un film nato da un’idea di Fausto Brizzi, autore, quest’ultimo, della revisione del copione. Scavalcando a sorpresa i campioni di incasso stagionali Benvenuti al sud e Che bella giornata, il lungometraggio dell’artista romano gli consegna la nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’argento quale miglior regista esordiente, tra gli altri riconoscimenti.

Vedova lasciata dal marito sul lastrico, l’arrogante Alice (Paola Cortellesi) sarà costretta a far i conti con i suoi pregiudizi razziali per provvedere al mantenimento del figlio di 9 anni. Dovrà ricorrere, inoltre, al mestiere più vecchio del mondo per guadagnare tanto ed in fretta, in modo da non perdere la custodia del piccolo Filippo (Giovanni Bruno), prendendo lezioni dalla escort professionista Eva (Anna Foglietta). Entrambe figure centrali, le donne interpretate dalla Cortellesi e dalla Foglietta, riconosciute quali miglior attrice protagonista e miglior attrice non protagonista ai David di Donatello, risultano essere i caratteri alla base della sceneggiatura, la prima per la messa in discussione dei suoi principi e il riadattamento alla vita del Quarticciolo, la seconda per la naturalezza comica del suo ruolo. A supportare maggiormente il soggetto del film, Raoul Bova e Rocco Papaleo danno forma e voce a Giulio e Lionello, il primo gestore di un internet point ed il secondo portiere del palazzo di Aziz (Hassani Shapi), ex domestico della protagonista. Rivali tra loro, i caratteri interpretati da Bova e Papaleo risultano fondamentali nel tessuto comico del film, in quanto estremamente in antitesi tra loro, conservatore il primo e “volto al progresso” il secondo. Ricco di sequenze al limite del buffonesco, il film diverte ed induce, in un certo senso, alla riflessione, seppur non sembri questo l’intento registico, formidabile durante la telefonata tra la “Torbida Morena” ed un cliente fetish, uno dei punti clou della commedia.

Riconosciuta quale miglior commedia con il Globo d’Oro, la pellicola si sviluppa, in sostanza, dallo scontro di due universi opposti, la precedente vita della protagonista fatta di convinzioni, sfruttamento e pregiudizi con l’evoluzione della stessa, in balia di rimessa in discussione per il bene del figlio.

 

 

By | 2020-06-02T13:28:03+02:00 Novembre 19th, 2015|Cinema, Recensioni|0 Comments

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